Editoriali

Allenatori

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Stamattina mi sono svegliato con la voglia di scrivere.

È da un po’ che faccio certe riflessioni sul mondo degli allenatori, ma da quando è iniziata la pandemia trovo sempre più post su Facebook che mi stanno facendo venire voglia di scrivere. Poi due giorni fa su whatsapp l’ennesimo bel messaggio di uno dei ragazzi che seguo.

Metto un po’ di Liftfiba in sottofondo e provo a lasciar che le dita scorrano sulla tastiera senza pensarci troppo. Vediamo cosa esce fuori.

Coach – Atleti – Coachability

Allenatori 

Ogni volta che sbuca un nuovo topic sul rapporto tra allenati e allenatori, il focus viene posto sempre sulla seconda figura.

Che differenza c’è tra istruttore, coach o trainer? Cosa possono fare? Cosa no? Dove sono i limiti? Chi è bravo? Come si sceglie? Ed infinite sfumature su argomenti affini.

In tutto questo però ci scorda di una cosa secondo me. O almeno, nessuno sembra importarsene.

Allenatori libra Un allenatore, figura con cui da adesso per semplicità raggruppo tutte le figure citate prima, non è un Cavaliere D’oro, non è un imperatore, né una rockstar e non è neanche un vip.

È banalmente una persona che sta al servizio di...

Indipendentemente da come si declina il suo lavoro, si tratta di un educatore, di un insegnante. Usiamo un termine tipico dei miei esordi, è un MAESTRO.

Cosi noi definivamo le figure esperte che ci insegnavano qualcosa in sala pesi. Quando le sigle in inglese erano solo un orribile accozzaglia di termini, un optional finto fighetto, e quando il web ancora non c’era, chi aveva tanta anzianità ed abilità in allenamento era semplicemente “il Maestro”. Un po’ come i capi palestra nel mondo dei Pokemon.  Ed erano anche gli unici ad essere autorizzati dal popolo a parlare. Quel ruolo se lo guadagnavano sul campo, dopo anni, e tanti, di pratica.

In una recente diretta su IG con Ludovico Lemme, chiacchierando a ruota libera, mi è venuto spontaneo ricordare che quasi nessuno di questi allenatori si faceva pagare, almeno che non si parlasse di gare.

Insomma, mettiamola giù semplice. Yoda ti ci trovi, quel titolo te lo guadagni in battaglia, non puoi diventarci perché lo decidi tu, perché hai fatto l’università o milioni di corsi. Ci riesci solo se, essendo te stesso, ad un certo punto agli occhi degli altri diventi un’autorità intoccabile. Per te deve essere un’operazione a sforzo zero. Nessuno ti paga per essere tuo seguace, nessuno viene contrattualizzato alla tua corte, o altro. Semplicemente succede.

Bruce Lee era sé stesso, non è diventata l’icona che è perché ha programmato ogni sua azione nel tentativo di diventare immortale. Bruce era Bruce, nulla di più semplice, dietro di lui non c’era nessuno esperto di  marketing.

“Un vero coach impara prima di insegnarti, prova prima di farti fare, sbaglia prima di farti riuscire, supera i suoi limiti prima di farti superare i tuoi e non ti fa mai dire “non ce la faccio!”

Senza dilungarmi troppo procedo col ragionamento.

Top Coach

Allenatori sandowFino a qualche anno fa non c’erano molte alternative, se qualcuno aveva delle velleità agonistiche, sicuramente puntava ad importanti palchi enhanced. Il sogno era il Sandow, l’America e la vita vissuta come “Freak Show”.

Naturalmente questo, che fosse legale o meno, imponeva di “catalizzare” la propria fisiologia. Quindi si andava dai Top Coach, che erano gli ex Olympia, o chi, pur non essendo riuscito a scalare il Monte Olimpo, era scivolato a pochi metri dalla meta.  Anzi, più per loro era stata difficile la scalata, più avevano dovuto sudarsela, e più grosso era il bagaglio di esperienze e tecnica che avevano accumulato. Questo li rendeva PREZIOSI.

Di quei coach ogni nazione ne ha ancora qualcuno, anche in Italia ne abbiamo un paio, non sto qui a fare i nomi. Se non sapete chi sono quello che scrivo probabilmente non vi interessa neppure.

Chi pensa di avere le carte buone per giocarsi la partita, va da loro, e loro, da quasi divinità, hanno un prezzo.

Presentarsi da un Coach di livello internazionale voleva, (e vuole tutt’oggi), dire spendere MOLTO. Solo per essere accettati si spendevano anche 2-3 mila euro, a cui poi si aggiungevano le preparazioni, le consulenze e tutto il resto.  Da loro ci andavi solo se eri fermamente convinto di poter diventare un Titano, ed il loro prezzo era una selezione all’entrata. Dopo tutto chi iniziava a percorrere quel sentiero doveva obbligatoriamente essere benestante. Ai miei esordi un Due Torri, gara di passaggio per il sogno estero, e meta ritenuta come consacrante in suolo Italico, costava ad alcuni solo di chimica 20-40 milioni di lire in una stagione.

Quel tipo di BB in quegli anni, così come ora, era ricco. Chi non ci riusciva si inventava di tutto per galleggiare, ed infatti non sono rari, e sconosciuti, i casi di Olimpia storici che si prostituivano per mantenersi la preparazione.

Guru Old School

A questo punto apro una parentesi brevissima che chiuderò immediatamente. Questo è un esempio random di atleta vecchia scuola

Allenatori old school A quel tempo il Coach, proteggeva e tutelava i suoi piccoli Padawan. Gli allievi erano una risorsa preziosa che andava protetta e coltivata. Stavano molte ore con loro in sala, dialogavano moltissimo, in certi casi vivevano quasi assieme. Dal punto di vista chimico si usava lo stretto indispensabile, doveva essere la ciliegina, il boost per andare oltre, mai la base.  La quasi totalità degli atleti di quel tempo oggi ha foto simili, chi più chi meno.

Qualità o Quantità 

Oggi diciamo che non sempre è così. I Coach di qualità frenano gli atleti, e gli insegnano a dedicarsi del tempo. È la goccia che scava il canyon. Il resto del panorama è immondizia, macellai, folli, che usano i clienti (il cambio di termine ed atteggiamento è voluto) come cavie. Ne prendono 20, ne distruggono 17, i 3 sopravvissuti diventano una vetrina, poi questi ne attirano altri e chi sopporta il nuovo giro di mattanza entra nel TEAM. Alla fine se nessuno ci lascia le penne, o viene arrestato, sarà nato un Team di Successo.

Ma a me di quel settore non importa nulla, e poi di meteore ne abbiamo viste tutti molte, basta vedere chi li preparava per capire chi sta di qui, e chi di là. Però magari queste righe aiuteranno qualcuno nella riflessione.

Allenatori gainsUltimamente invece vanno di moda le gare Natural. Se fino a 5 anni fa si diceva che i Natural fossero reali come Harry Potter, adesso sono considerati i nuovi enhanced. Mi spiego meglio.

È evidente che di talenti genetici da Olympia ne esistono pochi. Si dice che solo circa un 5% della popolazione mondiale può anche solo pensare di arrivarci, e non a caso è un palco su cui salgono solo le 15 eccellenze mondiali.

Ma gli altri?

Gli altri sono atleti che si accontentano di meno, non perché vogliano, ma perché sono sinceri con sé stessi e sanno di non poterci arrivare. Oppure, come moderni Icaro, si illudono e volano troppo in altro per le loro possibilità per poi  crollare sulla cronaca di un quotidiano locale.

Negli anni l’esasperazione verso la chimica, ha prodotto diversi danni importanti. Gente fisicamente demolita, atleti al limite dell’invalidità, problemi psicologici anche seri, suicidi e morti premature.

Quanti talenti anche giovanissimi, bellissimi come struttura, ed abilissimi ad allenarsi abbiamo visto andar via per la premura di pesare molto?

Dopo quasi 20 anni di questo andazzo, (fine anni 90/ 2014 circa), si era perso interesse, pubblico e passione, ed è li che sono nate le nuove categorie estetiche. Ma ne ho già discusso in una serie di articoli che trovate QUI.

Un po’ questo, un po’ le nuove migliorie tecniche, è venuto fuori che si può avere un bel fisico anche senza chimica.

Che poi alcuni Natural siano solo natural e non Drug Free è un altro discorso, ma diciamo, in tono polemico, che almeno si usano dosi basse.

Il Marketing del Natural

Il marchio NATURAL ha messo a disposizione del mercato degli allenatori, una pletora di pubblico decisamente più vasto. Anche qui l’atleta degno del palco deve avere ENORMI capacità genetiche e, come vedremo dopo, mentali, ma è decisamente più facile trovare un ragazzo predisposto ad essere hp+10, piuttosto che un enhanced che possa arrivare a +30-40Kg.

Il mondo delle gare natural è letteralmente esploso negli ultimi anni, ed è bellissima come cosa. Al netto dei furbetti è decisamente un ambiente più sereno e sano.

È anche più stimolante per certi versi. Se in un ambiente “catalizzato” malato, la scala delle priorità è: Doping, integrazione, cibo, allenamento; Nei natural si ribalta tutto: Allenamento, cibo, integrazione e per poi per i furbetti/stronzi/poracci …

Diventa molto stimolante per un allenatore trovare strategie, soluzioni, accorgimenti e finezze. Il BB è tornato ad essere un’attività di artigianato, esattamente come lo era nell’Old School. Si parte da un prodotto grezzo (aspirante atleta) e lo si plasma fino a farlo diventare una statua di marmo da museo.

C’è un però… Grosso…

Data la platea estremamente più ampia di possibili atleti, e dati i costi praticamente pari a zero con cui un natural può salire sul palco, sono iniziati a sbucare dappertutto sedicenti allenatori, che adesso per darsi un tono si autoproclamano Coach. Ne escono di nuovi di continuo come se fossero dei grossi funghi porcini, venuti su dal terreno dopo una bella pioggia.

Ma quando un’attività ELITARIA diventa di massa, la qualità CROLLA.

faidaChi ci va di mezzo sono gli avventori, ovvero i ragazzini che pur non avendo doti genetiche sono convinti di poter competere sul palco. Quando un ragazzo non adatto incontra un buon allenatore si sente sbattere in faccia la realtà dei fatti, se ne incontra uno penoso si digievolve in un bancomat.

Attualmente tutti si spacciano per Bruce Lee. Tre anni fa non si allenavano neanche, l’anno successivo erano su un palco, quello dopo hanno formato un Team e si definiscono, o peggio, li considerano, coach.

Pratica?  Zero. Anni in sala? Inizio domani

Stanno lì perché sono usciti da una facoltà, perché sono noti nel web (che è come essere ricchi a Monopoli), perché hanno fatto qualche corso, o si sono bombati senza starci male.

È da questa forma di disagio mentale, mista ad inadeguatezza, che nascono quelle discussioni inutili in cui i laureati in “LagnaMotoriologia” si lamentano di quelli col corsetto che a differenza loro lavorano.

Inevitabilmente questo ha portato ad una guerra e ad una dicotomia unica nel suo genere storico.

Provo a non dilungarmi troppo.

Faide e Followers

Gli allenatori bravi hanno continuato a lavorare come sempre nei loro piccoli Dungeon, che siano palestre, cerchie ristrette di atleti, canali web. Sono però praticamente sconosciuti ai più e spesso risultano mediaticamente inesistenti.

Narcos

Tutti gli altri hanno ingaggiato una lotta intestina per guadagnare quote di mercato nello spaccio di cocaina.

Scherzi a parte.

Adesso sei bravo se contrattualizzi il tuo atleta, se lo spenni facendogli costare una preparazione natural quanto, se non più, quella di un aspirante Titano.

Sul web si leggono IMMONDIZIE di ogni tipo e senza alcun pudore. “Coach” che litigano con “coach”, su chi si fa pagare tutta la preparazione subito o rateizzata, su chi fa firmare il contratto o meno, su chi vende gli integratori X o meno ecc ecc

Si è aperto il mercato delle vacche, chi avrà il Ranch più famoso? Team, catene di integratori, sponsor, condivisioni, follower. La Vucciria delle ghisa è aperta a tutti. Chi “bannia” (strilla) più forte vende di più.

Mentre gli allenatori “avanzati” sono rimasti sempre quelli (ne esce qualcuno perché divenuto anziano ed entrano una o due nuove leve ogni x anni), i coach natural sono come i cuochi di Master Chef, aspiranti Vip in cerca di una maschera da interpretare in teatro.

Il mercato

E gli atleti? Sono diventati MERCE. È semplice.

Si passa dai personal a 150/200€ ad ora, alle chiamate su Skype da 100€ ogni mezz’ora. Basta girare un po’ in rete per vedere dei sedicenti allenatori paragonare gli atleti ai Rolex. Adesso si vuol far credere che il BB Natural, che di base è povero, sia uno sport da ricchi, molto più di quanto lo sia quello enhanced.

Sono diversi anni che vi racconto il percorso di Angelo, gli articoli hanno le date e quindi non mi si può dire che io stia scrivendo quello che scrivo per pubblicità. Vi ho raccontato diverse volte che Angelo, tolte le spese di iscrizione, il mensile in sala pesi, ed il cibo che comunque doveva consumare, ha speso grosso modo 3/400€ in integratori per preparare complessivamente: Selezioni a Perugia, Italiano, TBS, Italiano

Quindi che arma, lecita, ma moralmente errata, resta agli allenatori?

Alzare i prezzi. Perché è una legge di mercato. Nella testa delle persone se una cosa costa molto vale di più. Marketing.  Giusto? Sbagliato? Non lo so, sono sincero, so solo che non mi riesce a rappresentare.

Uno zio di papà aveva un negozio di costumi, un anno ne rimasero 4 invenduti. L’anno successivo li mise scontati al 30% e rimasero li. Ci riprovò la stagione successiva con 50% in meno. Nulla. L’anno seguente, persa ogni speranza, triplicò il prezzo base. In meno di 3 giorni li aveva dati tutti via.

Ecco la dicotomia. È ancora un’arte, una passione, un modo di vivere inseguendo, ed aiutando ad inseguire, i sogni, o è imprenditoria? Ognuno ha la sua strada e fa la sua scelta, ma è indubbio che nel mondo natural le figure più di spicco, attualmente siano più imprenditori che atleti.

In tutto questo ci si è scordati del tutto di una cosa.

Gli atleti

Sì perché in questa imbarazzante caciara tra “educatori” ci si scorda che in ogni lotta, quando qualcuno vince, c’è sempre qualcuno che perde.

Vedo molti pseudo allenatori pretendere i ringraziamenti e gli omaggi dei propri atleti dopo ogni gara, come se fosse un obbligo farlo, come se gli fosse DOVUTO.

Ma per me restano valide due concetti.

“Il compito di ogni insegnate è quello di rendersi progressivamente inutile”

“Un coach è colui ti dice quello che non vuoi sentirti dire e ti fa vedere (e direi provare) quello che non vuoi vedere, affinché tu possa diventare quello che hai sempre saputo di poter essere “

Vedo sempre meno allenatori dimostrare con l’esempio le cose, solo pretese, solo soldi.

Ma arriviamo al secondo punto della mia riflessione.

Indipendentemente dall’allenatore, (dopotutto ognuno ha la fetta di mercato che gli si adegua), chi può cercare di essere allenato?

A prescindere dalla filosofia di base degli educatori, non si parla mai di chi dovrebbe apprende.

Esiste infatti una cosa di cui non vedo discute quasi mai ed è la Coachability.  Ci si potrebbero scrivere degli interi libri, ma di base è descrivibile come “la propensione ad essere allenato”.

Però adesso ho fame, dalle casse si sente Lacio Drom. Mi faccio uno spuntino e continuo.

E poi stava diventando lungo e lo smezzo

Continua…