Editoriali

Alice nel Paese delle Meraviglie

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Probabilmente sarà il post più corto della mia storia, ma va fatto, vi dirò il minimo indispensabile, il resto una volta tanto lo terrò conservato per me.

Secondo me la vita è fatta di incontri e di opportunità, solo chi resta chiuso nel proprio micro universo non ne può cogliere i frutti, solo che spesso queste per esistere devono essere veicolate da un vettore. Tanti anni fa quando entrai in sala pesi, non avrei mai immaginato il numero di Galassie che mi avrebbe aperto.

Nicolò solo pochi mesi fa a Rimini ebbe un intuizione che confidò a Manuel Parrino. Neanche 4 mesi dopo mi ritrovo a fargli compagnia nell’esordio ufficiale di questa avventura.

Era nata come la classica sfacchinata annunciata, ma amo stare e partecipare a queste cose e quindi senza pensarci troppo sono partito. Anche se ormai punto al livello “ vecchio bacucco “ sono sempre emozionato  ed affascinato quando posso imparare delle cose nuove, quando posso rubare osservando gli esperti.

Arriviamo un po in ritardo, salutiamo tutti di fretta e si inizia.

Ma questa volta non vi racconto dei contenuti del seminario, se volete sapere di che di parla, vi alzate e lo andate a vedere.

Ad un certo punto Matteo  è arrivato con uno dei suoi abbracci spontanei, e senza rendermene conto mi sono ritrovato a ripercorrere tipo flashback una vita in sala, dal primo passo , quando ero magrissimo e timidissimo, di cui ricordo tutto, odori, posizione dei macchinari, sensazioni, passando per tutti i momenti brutti che ho vissuto e che ho passato solo grazie a quel pensiero fisso che mi ha impedito di mollare tutto facendomi concentrare su un obiettivo,  fino a quel momento che al buio, invisibile a tutti,  mi ha fatto venire l’occhio lucido.

Ad un certo punto non si tratta neanche più di Bobybuilding, o come preferiscono loro, Culturismo, è un proprio un senso di vita, di famiglia, di intimità, di appartenenza, di rispetto, sono 18 che vivo nelle sale pesi, sono 18 anni che per me è come la prima volta, OGNI volta, quando  trovo una panca e due pesi, mi sento a casa, non riesco neanche a stare seduto su una sedia, voglio toccare il pavimento, sentire l’odore di gomma, appoggiarmi ai montanti di un rack .

Amo questi eventi, non sono certo il primo scappato di casa che si improvvisa nel mestiere, eppure non mi stanco mai, ogni volta qualcuno trova il modo per farmi ricordare quanto ci sia ancora da imparare e fare, ma non si parla delle 12 versioni di affondi di Matteo, non si tratta neanche dell’affetto e la gratitudine per Alfredo, che mi ha aiutato mille volte, e che anche ieri ha colto l’occasione per darmi una mano, è il rivedere nei loro occhi, e in quelli di chi era li, quel fuoco di passione e amore nel fare quello che facciamo da anni.

Nessuno di noi vive gratis, ma non è un lavoro, non è fare soldi, non è portare un talento come Fabio Ferri sul palco, li osservi muoversi  e percepisci un rapporto quasi erotico dietro ogni movimento, ogni posa, dietro ogni minimo dettaglio, ogni minimo colpo di scalpello alla statua.

E’ poesia, è arte, è magia, è musica.

Ti senti meno solo, ti senti anche un po’ compresso nell’ambiente in cui vivi dove tutto questo è assente, e anche se ormai ho una stazza passabile, ti senti piccolino piccolino a osservare questi mostri sacri, che magari hanno anche meno anni di te, ma sono culturalmente e umanamente enormi come i Colossi dei racconti epici, e l’unico pensiero che ti frulla in testa è che da grande vorresti averne un pelo.  Incontri e conosci mille altre persone, se Domenico è una conferma, Simone  un ritrovarsi, Francesco dal Brun è una delle mille nuove scoperte, un altro uragano infuocato di passione e idee, metaforicamente anche il nome del centro che ospitava l’evento è iconico ” Temple ”

Dal canto mio penso che dopo tanto lavoro, tanti scritti, tanti sacrifici, tanto studio e impegno, me li sia un pochino guadagnati questi momenti, magari esiste un Dio della ghisa, perché ogni volta che mi crolla l’umore, mi fa vivere dei momenti inaspettati come questi e mi ricarica l’esistenza. Oppure ho solo tanto, tanto, tanto culo.

Se penso al progetto di Nicolò e a tutti i professionisti che ha messo in mezzo, mi prende un po’ di ansia, ci sono cosi tante competenze che l’unica cosa che mi verrebbe spontaneo da fare è mettermi in un angolino ad ascoltare, mi vedo come un bimbo all’asilo, con davanti una salita lunga quanto il k2. Però dopo tanti momenti pesanti, dopo tanti pianti, tante perdite, tanti compromessi, se non fosse stato per lui non avrei vissuto quell’abbraccio, o la frase di Alfio “ tra di noi è terroni  il minimo “, come se la generosità e l’affetto fossero cose scontate al giorno d’oggi, forse gli ospedali, le stampelle, la paura,  erano un progetto per portarmi a quel momento, per farmi conoscere gente come loro, o almeno mi piace crederlo, in ogni caso ne è valsa la pena.

E come dico spesso, per tutti gli altri che non possono capire cosa io abbia scritto, mi dispiace per voi.

Di ieri ho un solo rimpianto

Il Sushi che si sono scofanati come animali per cena.

Vi invito sul serio a seguire MindBuilding Coaching 

 

Fit Elite Italia, perchè come dice sempre Paolo Evangelista, le idee migliori sono quelle che si realizzano, e mentre tanti stanno a blaterare in rete, qui c’è qualcuno che almeno ci sta provando.