Editoriali

Mark XVII ” Heartbreaker “

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La Mark XVII anche detta Heartbreaker, è l’armatura di Stark che più mi si addice per ora. Nel fumetto nasceva dopo gli avvenimenti di NewYork, il nome deriva dal grosso cuore metallico, il Vibranium Powered Arc Reactor, che ha al centro, ma sopratutto è l’armatura che può creare uno scudo di repulsione protettivo,  fù progettata  per resistere a una potenza di fuoco elevata e a danni massicci. Se siete nerdini sono interessanti questi 1 e 2.

mark 17

Come detto QUI  circa tre anni fa, dopo anni di assenza grazie a una cura, mi sono ritornati i mal di testa, avendo iniziato a lavorare avevo ritardato i controlli per evitare assenze, ( dato il trattamento ricevuto a lavoro avrei fatto bene a fregarmene ), così  quest’ anno mi decido a rifare i controlli. Faccio una  risonanza ed esce fuori una vena ischemica che l’anno prima non c’era. Quello che segue va dalla scoperta della vena ischemica in avanti. Il racconto è cronologico, cioè l’articolo è stato aperto fine Febbraio inizio Marzo e l’ho revisionato fino agli eventi finali, aggiungendo di volta in volta tutte le info che trovavo.

rm cranio

Il PFO un’anomalia cardiaca, scoperta nel 1500 e disegnata inconsciamente da Leonardo Da Vinci,  in cui l’atrio destro comunica con il sinistro, la comunicazione tra i due atri pfoè assolutamente normale è anzi essenziale durante la vita fetale, prima della nascita.

Durante la vita fetale i polmoni sono inattivi,  l’ossigeno che va ai tessuti proviene dalla madre tramite la placenta e i vasi del cordone ombelicale. Dovendo oltrepassare i polmoni, il sangue fluisce direttamente dalla porzione destra del cuore, nella parte sinistra, tramite due aperture, il dotto di Botallo ( 1564 Dr. Leonardo Botallo) posto tra l’arteria polmonare e l’aorta toracica, e il forame ovale che connette i due atri del cuore.

Alla nascita, la circolazione placentare viene ovviamente interrotta, i polmoni iniziano la loro attività respiratoria e il piccolo circolo (cioè quello polmonare) diventa pienamente funzionante. La pressione atriale sinistra diventa leggermente superiore a quella destra. Questa differenza di pressione fa accollare al forame ovale una piccola membrana che lo chiude.

Il forame ovale viene definito pervio (aperto), quando questa saldatura non avviene e la chiusura anatomica risulta imperfetta o manca completamente. È come se avessimo una porta semplicemente accostata e non chiusa con la serratura, che si può aprire in un senso o nell’altro a seconda della pressione esercitata dai due lati del cuore.

Nelle normali condizioni di vita, il PFO non comporta nessun problema, infatti lo ha il 25-30% della popolazione senza saperlo. Se invece la pressione nell’atrio destro supera quella dell’atrio sinistro, ci può essere un passaggio (shunt) di sangue nell’atrio sinistro. Il volume di sangue che viene deviato dipende, oltre che al gradiente pressorio, anche dalle dimensioni dell’apertura e ambedue variano di volta in volta.

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), 15 milioni di persone sono colpite da ictus a livello mondiale ogni anno. Delle suddette, 5 milioni muoiono e altri 5 milioni soffrono di invalidità permanente, e si stima che l’87% di tutti gli ictus sia un ictus ischemico, che si verifica allorché coaguli di sangue bloccano i vasi che trasportano sangue al cervello. Fino al 40% degli ictus ischemici è classificato come criptogenetico, il che significa che non se ne conosce la causa e che la metà di questi presenta anche il forame ovale pervio.

Video Stroke

Il PFO non provoca alcuna anomalia all’esame fisico e radiologico, nè all’elettrocardiogramma.

Tra tutti chi si deve interessare al PFO sono:

  1. Pazienti giovani (di età inferiore ai 60 anni), colpiti da uno o più episodi di ischemia cerebrale, conclamata,  la cui causa non sia stata determinata (“criptogenetica”) e si sospetti una embolia cerebrale “paradossa”. La causa di un episodio di ischemia cerebrale rimane sconosciuta (“criptogenetica”) nel 35-40% dei casi.
  2. I subacquei colpiti da forme gravi di malattia da decompressione dopo immersioni eseguite nel rispetto delle tabelle.

L’embola paradossa viene ritenuta responsabile di un episodio di ischemia cerebrale quando:

  1. non è presente una fonte trombo-emboligena nelle sezioni cardiache di sinistra,
  2. vi è la possibilità di uno shunt (passaggio di sangue) tra le sezioni destre e sinistre del cuore, e
  3. viene rilevato un trombo nel sistema venoso o nell’atrio destro

Dal momento che il rilievo di un trombo all’interno del PFO è di raro riscontro , la diagnosi di embolia paradossa è di solito presuntiva.

  • un aumento cronico della pressione nell’atrio destro con conseguente shunt destro-sinistro (ad esempio ipertensione polmonare, BPCO, embolia polmonare) ,
  • un aumento transitorio della pressione atriale destra che si verifica al termine di un aumento della pressione dell’aria nei polmoni (manovra di Valsalva, tosse, immersioni) e
  • differenze cicliche della pressione tra i due atri con transitori shunt tra l’atrio destro e il sinistro.

Non c’è attualmente alcuna prova sicura di un rapporto causa-effetto, numerosi studi hanno comunque confermato una forte associazione tra la presenza di un PFO e il rischio di embolia paradossa o di episodi di ischemia cerebrale. Confrontati con un gruppo di soggetti di controllo senza PFO, i pazienti con PFO hanno un rischio di soffrire di un evento trombo-embolico che è quattro volte più alto.

La plausibilità biologica di questo meccanismo è sostenuta da alcune condizioni cliniche nelle quali l’embolia paradossa attraverso il PFO appare come l’unica possibilità di spiegare l’insorgenza di eventi trombo-embolici nei voli aerei di lunga durata (economy class stroke syndrome), l’embolia polmonare, nonché il maggior rischio di eventi ischemici cerebrali in portatori di elettrocateteri endocavitari.

Inoltre, la presenza di un forame ovale ampiamente pervio (con separazione tra septum primum e septum secundum >5mm) o con ampio shunt destro-sinistro (più del 50% dell’atrio sinistro riempito da ecocontrasto) sono state identificati come predittori ecocardiografici di un aumentato rischio di embolia paradossa.

La presenza di un PFO o di un aneurisma del setto interatriale non necessita di una profilassi farmacologica nei soggetti che non hanno sofferto in precedenza di episodi di ischemia cerebrale. Al contrario, ai pazienti con PFO che hanno già avuto un ictus cerebrale o un TIA e in cui non è stata evidenziata nessun altra causa responsabile dell’evento ischemico cerebrale (forma detta “criptogenetica”) viene consigliata una terapia profilattica (preventiva) per diminuire la percentuale annua di recidive tromboemboliche. E può essere farmacologica o medica, e questo ci riporta allo studio Respect  che citeremo tra un po.

Lo so che il linguaggio che sto usando fin ora in questo articolo è palloso ed è molto diverso dal solito ma non ci sono molti modi per girarci attorno.

 

Tenete presente che quello che vi sto raccontando è successo tutto in 20 giorni.

Quando sono andato dalla neurologa del Policlinico della mia città, ho portato le vecchie carte del Centro Neurolesi, dove ero in cura per il mal di testa. Per scrupolo io porto sempre una carpetta con tutte le analisi. Stranamente scrupolosa le ha guardate tutte e al di la della vena ischemica, si è soffermata un bel po su carte di 15 anni prima.

Un giorno ( ero al 3° Liceo ) uscendo da scuola vidi tutto nero, ma la cosa che mi terrorizzò fu che fino al mattino dopo non riuscivo a parlare, dicevo solo si e no, in mente vedevo gli oggetti, ripetevo il loro nome, ma provavo a parlare e non usciva nulla, era come se le parole fossero prigioniere.

Io sono rimasto stranito, all’epoca avevo fatto sei mesi di analisi, stavo quasi per perdere l’anno a causa di tutte le assenze, anche cose stranissime tipo gli evocati acustici, test del sonno, e non c’era nulla, se non la birilubina alta. Infatti mi dissero che probabilmente era stato un episodio legato alla sindrome di Gilbert (link). Lo racconto alla dottoressa che si mette a ridere, dicendomi che il Gilbert non può fare tutto quel danno. Secondo lei era stato un attacco ischemico, un ictus insomma, che non aveva lasciato per fortuna nessun danno. Mi rassicura, mi dice di non preoccuparmi perché era una cosa controllabile con una pillola, ma nel dubbio mi prescrive delle analisi costosissime per i fattori coagulanti e le mattie autoimmuni, e l’esame qui sotto.

trans cranico

Quel giorno ero sereno, aspettavo tranquillo nel salottino leggendo un po’, questa è la foto che ho postato su Face mentre aspettavo.

pfo 0

Il primo esame che mi è stato fatto è stato un Ecocolordoppler Trans- Cranico, essenzialmente un doppler normalissimo alla testa, con l’aggiunta di un mezzo di contrasto e di 2CC d’aria in vena, mischiati con sangue e fisiologica per renderli innocui. Di norma non dovrebbero arrivare microbolle al cranio, e per esserne sicuri, si pratica la manovra di Valsava. Nel mio caso senza sforzo e senza manovra, c’era un discreto passaggio. La dottoressa blocca subito l’esame dicendo che andare oltre oltre che inutile era rischioso. Io mi ero già agitato da morire, poi dice la frase “ devi operarti per forza”. Mi è crollato il mondo di sopra, io sono andato per evitare di prendere bustine, tutti che mi rassicuravano e ora si parlava di aprirmi il torace in due.

pfo 1Nel frattempo arriva l’esito degli esami del sangue, e scopro che, almeno questo, non si trattava di morbo di Chron, Lupus, o peggio Sclerosi Multipla, e che tutti i marcatori per le innumerevoli patologie erano negativi.

L’esame successivo è stato una ecocontrastografia , in pratica, viene iniettata in vena una soluzione salina contenente microbolle che, una volta giunte al cuore, permettono di rilevare il tipo e l’entità di un eventuale shunt. Il metodo Doppler visualizza molto bene le bolle gassose e la direzione del flusso circolatorio, che apparirà in blu quando è in allontanamento dalla sonda e in rosso quando si sposta in direzione opposta. La parte noiosa di questo esame è che l’ecografo è interno, quindi ci si fa una sorta di gastroscopia. E non ho mai capito se è peggio il vomito o la gola graffiata che non ti fa ingoiare nulla per giorni.

E il mio referto era poco carino dato che c’era un foro di 4mm con 18mm di passaggio. Ecco il mio PFO.

pfo 2

Può sembrare una cosa da poco ma numerosi studi hanno confermato una forte associazione tra la presenza di un PFO e il rischio di embolia paradossa o di episodi di ischemia cerebrale. Il 35% delle autopsie verifica un PFO. In sostanza il cardiologo mi spiegava che un embolo, o un trombo, di norma vengono distrutti mentre, scorrendo nel sangue, fanno il giro dai polmoni, nel mio caso il sangue non ossigenato, prima di arrivare ai polmoni, tramite il forame potrebbe arrivare in mezzo al sangue pulito e ossigenato, e quindi eventuali scarti, mi possono  finire dritti in testa. Da qui la sentenza, il “buco “ va chiuso.

Video ischemia

Entro in uno stato di paranoia, all’ improvviso mi inizio a sentire e trattare come un malato, non riesco a ragionare, a dormire, perdo peso, non sono uscito di casa quasi due mesi, le uniche cose che riuscivo a fare era sfogarmi facendo pesi, e fare innumerevoli ricerche in merito.  Credo di aver letto più di cardiologia in 20 giorni che di bodybuilding in un anno.

Fortunatamente  non faccio immersioni vi metto un link se siete curiosi ma evito di dilungarmi perché non voglio fare un trattato medico. Se vi importa è QUI.

Finisco a visita da uno, (a detta dei feed in giro), dei più bravi cardiologi in zona, all’ospedale Papardo, la cosa che mi ha rimesso nuovamente in crisi, oltre alla visita da 5 minuti netti senza spiegazioni, è stata la frase “ per ora lascia stare i pesi” la spiegazione è stata che facendoli il lato destro crea più pressione del sinistro, e oltre ad abbassare l’ossigenazione del sangue, mi crea le microbolle” e la frase ” meno domande fai è meglio è”.

ombrellinoPer fortuna, al giorno d’oggi, e grazie all’ entità della mia anomalia, perché nonostante tutto non sono un paziente cardiologico, dato che il mio cuore sta benissimo, è possibile la chiusura non chirurgica dei PFO che è diventata possibile con l’avvento dei sistemi di chiusura transcatetere, in realtà è una pratica che risale già agli anni 70, ma i vecchi device erano un mezzo disastro, oggi per fortuna, il sistema è quasi perfetto. Uno degli ultimi sistemi sviluppati (denominato “AMPLATZER PFO Occluder“), l’ombrellino,  ha risolto quasi tutti gli svantaggi: è facile da impiantare con un rilascio controllato ed è facilmente recuperabile. L’intervento percutaneo ( si dice così per dire che non ci sono tagli) è’ perciò diventato, nei centri specializzati in questo tipo di interventi, uno dei sistemi più utilizzati in alternativa alla terapia anticoagulante (non esente da effetti indesiderati come emorragie, ematomi, necrosi o gangrena cutanea, o interazione con altri farmaci) o a quella chirurgica (sicuramente più traumatica). Secondo il The New England Journal of Medicine, le analisi statistiche hanno mostrato una riduzione dal 51 ( con terapia farmacologica) al 73% del rischio di ictus ricorrente ( studio RESPECT ) . Lo studio è condotto nell’arco di 8 anni presso 69 centri negli Stati Uniti e in Canada, ha sottoposto a follow-up 980 pazienti ( età media 46 anni) colpiti da ictus criptogenetico, accertato da neurologi specializzati nel trattamento di ictus.

vein_accessQuindi, quanto meno, mi sono tranquillizzato sul fatto che non mi devono aprire in due come una cozza. Il mio terrore più grande era dovermi fermare con i pesi di nuovo, non avrei sopportato, ho patito tanto la schiena, e ora dopo anni sono riuscito a riprendermi benino, un altro stop sarebbe stato terrificante. Probabilmente avrei preferito tenermi il rischio.

La procedura, invece, si svolge nel laboratorio di Emodinamica, dopo aver effettuato l’anestesia locale nel punto di accesso cutaneo, il cardiologo interventista , introduce in una vena (quasi sempre quella femorale a livello dell’inguine) un tubicino di calibro adeguato a contenere il catetere che servirà per attraversare il PFO.

Un secondo medico ecocardiografista potrebbe eseguire un ecocardiogramma transesofageo, ( sto scrivendo l’articolo prima che tutto avvenga e quindi spero di non rivomitare come un dannato ), durante la procedura, per agevolare  il medico operatore nel posizionamento corretto dell’ombrellino ( il device di chiusura ) a livello del PFO prima del suo rilascio definitivo. L’operatore spinge l’ombrellino fuori dall’introduttore in modo tale che i suoi due dischi aperti si aprano su ciascun lato del forame, quando  è soddisfatto della posizione del sistema di chiusura, esegue il suo rilascio definitivo svitando l’ombrellino dal catetere.

Il posizionamento del device di chiusura è generalmente ben tollerato, con incidenza di complicanze < al 10%.

Video PFO TG2

Durante le mie ricerche  ho avuto anche molte risposte a certi “perché” che trascuravo. Come avete notato, io scrivo molto e quando sono stanco mi capita spesso di scrivere al contrario, ad esempio invece di  tocca, cotta, me ne accorgo solo quando rileggo, ogni tanto sembro Yoda, girando in rete trovo la storia di una ragazza che si è accorta di avere questo problema perché ha detto  “vado al rema” al posto di “vado al mare”. Certo, nel suo racconto lei dice di aver parlato per più di mezzora mettendo tutte le parole al contrario, mentre a me ne scappa una ogni tanto, ma per il resto del suo iter è identico al mio, ma lei si è già operata.

O almeno così credevo, tra un pò sarà più chiaro il senso della frase, ma diciamo che credendomi malato son finito per crearmi delle associazioni di eventi che non erano realistiche.

Chi me lo doveva dire a me, che non sopporto il calcio, ma il forame è noto per il caso Cassano, il giocatore del Milan, classe 1982, quindi la mia stessa età,  che sabato 29 ottobre 2011 è stato ricoverato nel Reparto di Neurologia del Policlinico di Milano in seguito a un malore. Il comunicato ufficiale parlava di “sofferenza cerebrale su base ischemica“. All’epoca fece molto clamore, e ci si chiese se l’abuso di droghe potesse peggiorare la cosa. La risposta è si dato che la cocaina e l’eroina rovinano le arterie, e soprattutto se, visto che Cassano è uno sportivo, potesse avere delle implicazioni il doping, che però anche a detta dei medici non può avere implicazioni. Ovviamente non ho detto che Cassano si drogasse o si dopasse, stiamo attenti, ma in quel periodo ci fu pure il caso Gattuso col suo nervo ottico, quindi si facevano domande di ogni tipo. Anzi per essere precisi in letteratura, che io abbia trovato, esiste un solo caso, di un uomo di 68 anni, in cui gli steroidi hanno causato il difetto, il caso viene infatti descritto come ” unusual case”, dato che di norma anzi gli steroidi sembrano aiutare. A fine articolo vi linco un po di cose.

Video Forame ovale pervio

Nel 2009 alla rai venne spiegato molto bene il tipo di intervento, da quel video, a quello che vi ho spiegato oggi, ci sono delle differenze, ad esempio il sondino ecografico non si fa più passare dalla vena, ma per via transesofagea, il dispositivo non è più come nel video (quadrato), ma è come quello in foto, e soprattutto nel video si dice che si può riprendere ogni attività non agonistica, ma invece come sappiamo Cassano gioca ancora.

Copio un intervista a Dott. Tommaso Acquaviva che trovate per intero QUI

Tutti i portatori di PFO devono sottoporsi ad intervento ed applicare device?
“Solo se sussiste associazione con diverse condizioni cliniche fra le quali eventi ischemici cerebrali o sistemici criptogenetici, embolie paradosse”.

Il riscontro occasionale in un giovane asintomatico controindica l’attività sportiva?
“Il riscontro occasionale di PFO anche negli atleti, non deve pregiudicare l’idoneità dell’atleta, soprattutto se non ci sono forme cliniche PFO relate. L’attività sportiva potrà essere concessa dopo l’esecuzione di ecg da sforzo al cicloergometro e monitoraggio elettrocardiografico per 24 ore, meglio coincidente con una seduta di allenamento”.

E’ possibile la ripresa dell’attività sportiva dopo l’impianto e se si dopo quanto tempo?
“Tra i nostri pazienti abbiamo una piccola rappresentanza di atleti di varie categorie sportive sia a livello non agonistiche che agonistiche”. Tali pazienti possono riprendere la loro normale attività sportiva dopo aver eseguito a distanza di sei mesi (tempo necessario per l’endotelizzazione del device) DTC (negativa), Prova da sforzo (assenza di aritmie ed ischemia); Ecg dinamico delle 24 ore sec. Holter (assenza di aritmie ipercinetiche ed ipocinetiche). I successivi controlli cardiologici sono annuali. “

A questo punto quanto meno mi sentivo rassicurato per la mia vita, restava un problema altrettanto importante per la mia psicologia. L’allenamento. So che per un non sportivo è una cazzata da fissati, ma quando hai dedicato larga parte della tua vita a una passione, quella diventa tutto, tutti possiamo vivere senza le nostri passioni ma è la qualità della  vita che conta però.

La prima cosa che penso di fare, dato che non ci dormivo più la notte, oltre a iniziare a informarmi su quello che vi ho appena raccontato, è di scrivere al professore che ha operato Cassano e più recentemente uno dei due Marò. Una pagina web riportava la sua mail per chiedere informazioni.

La mail era:

Feb 12

Salve professore, mi scusi il disturbo. Non so neanche se l’indirizzo email servisse per questo.  

Mi è stato recentemente diagnosticato un Forame Ovale Pervio.  

E’ stato tutto molto veloce nel giro di due mesi per una risonanza di controllo per il mal di testa, hanno trovato una piccola  vena ischemica, e da li Eco dopler trans cranico con contrasto e microbolle, da cui si notava un passaggio anche senza manovra di valsava, test sanguigni sull’autoimmunità ( tutto negativo), ed eco transesofageo e da qui ( FOP 4mm e tunnel likecon diametro longitudinale di 18mm )  

Sono Siciliano e ho parlato col professor P@°#-è dell’ospedale Papardo di Messina ( a quanto pare uno dei due centri migliori, oltre l’ospedale di Pedara, in zona ), che mi ha messo in lista per la chiusura tramite “ombrellino” ( mi perdoni eventuali termini non precisi ), ho un attesa che andrà tra le due settimane e i due mesi.   

Il mio problema , ( posso capire che per un medico non si dovrebbe neanche porre il quesito ), è che io faccio Bodybuilding, ma è più di un hobby, è un attività a cui ho dedicato già 15 dei miei 32 anni, non solo mi alleno, ma ci lavoro, scrivo, buona parte della mia vita gravita intorno a manubri e bilancieri.

Vorrei capire cosa sarà di tutto questo dopo, probabilmente avrei dovuto chiedere al mio medico ma la notizia mi ha lasciato ammutolito… Sarà possibile dopo l’intervento riprendere? se si dopo quanto? ci saranno differenze? Per me è proprio vitale come cosa. Lo so che mi alleno da sempre avendo il problema ma non sapendolo non avevo ansie, ore è tutto diverso però e ho bisogno di capire…

Grazie e mi scusi se ho creato disturbo, ma ho sul serio la necessità psicologica di stare tranquillo. 

Le risposte a questa mail le ho trovate agghiaccianti.

Se desidera avere un parere da parte del Dottor C. può prendere un appuntamento con il Dottore telefonando al numero 02/e bla bla  dal lunedi al venerdi – dalle ore 8.30 alle ore 16.00. 

La Segreteria

Riscrivo

Grazie, come non detto, ci ho provato.  

Purtroppo vivo in Sicilia ed essendo sotto analisi, anche volendo al momento non mi potrei spostare fino a Milano. Grazie lo stesso

Risposta

La ringrazio del messaggio.

Non conoscendola direttamente il Dottor C. non è in grado di fornirle un parere personale circa la sua situazione cardiologica. La mail peraltro non è il modo corretto per valutare i pazienti.

A disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento o necessità le porgo cordiali saluti.

A quel punto ammetto di essermi innervosito.

Ripeto grazie lo stesso, chiederò altrove, capisco che visto il nome del professore siano disponibili consulti ( anche se io volevo una semplice informazione sul post intervento ) solo con pagamento.. 

Purtroppo non sono nelle condizioni per fare 18 ore di treno, per porre una domanda.. 

Grazie ancora e scusate il disturbo. 

Che un Luminare cosi non mi cacasse di pezza era programmabile, non mi aspettavo nulla, ma lo snobismo lo odio, odio chi fa così in ogni ambito, da facebook, ai forum, al lavoro. La mercificazione della malattia, sbattendosene dell’aspetto psicologico del malato. Dopo tutto avevo già tutte le analisi e necessitavo di una risposta generica.

Oggi ne scrivo con più calma ma sul serio mi svegliavo di notte, terrorizzato, tremando, senza riuscire più a chiudere occhio.

Allora scrivo a una di quelle 4 persone che hanno cambiato, ognuna a modo loro, il mio percorso di vita. Una era Santino, il veterinario di cui ho scritto spesso, che per me è uno zio, poi c’è stato Piero La Tona, il mio prof di italiano al Liceo, che era quello che di pomeriggio invece di tornare a casa, ci ha insegnato a scrivere e a fare i temi seguendo delle precise direttive,  lui era anche un giornalista, gli devo tantissimo, ha anche insegnato ad ognuno di noi un metodo diverso ( personalizzato) per studiare, applico ancora quegli insegnamenti, poi c’è stato Roberto, “ Giallongo”, che mi ha dato fiducia facendomi gestire un associazione sportiva senza averlo mai fatto, e grazie a lui ho capito che ridendo, scherzando e facendo il coglione, si possono fare grande cose, e poi lui, quello che non conosci, quello che leggi sulle riviste e ti sembra intoccabile, quello a cui scrissi su Face sicuro che non mi cacasse e che invece sì, da quel momento mi ha aiutato, dato consigli, consolato e tirato su di morale infinite volte. Paolo.

Con lui è strano, non ci siamo mai visti, ma mi capisce come neanche i miei amici, non so se sia perché è un papà, perché è uno intelligente, perché è uno sportivo, non lo so, ma è la persona più vicina che ho avuto in questo periodo, tanto quanto gli altri tre citati in periodi diversi. Per me è un rapporto veramente importante, uno di quelli per cui diventi quasi protettivo, è il mito fatto a persona che diventa “amico”, tutti dovrebbero poter conoscere una persona come lui.  E’ il motivo per cui una cosa come Facebook deve esiste, è quello per cui uno strumento da comari impiccione, può diventare un occasione bellissima. Ho scritto a lui, oltre per stima, ma perché è un atleta ( uno vero, non come me ),  la cui cultura e preparazione è agli occhi di tutti, ma è anche un padre. Quello che mi serviva in quel momento era un coach e un amico, e lui era tutti e due. Non si è smentito, come sempre, con la sua freddezza e capacità analitica, mi ha tirato giù dal mio mondo e mi ha rimesso i piedi per terra.

Alexei Stratos 13/02/2015

Stanotte non ho chiuso occhio, mi sono svegliato come un cretino di 5 anni, tremavo, avevo gli occhi spalancati. La notizia di ieri mi ha un po shoccato, ho il terrore che stando fermo 6 mesi mi riduco na merda, ho recuperato ora la schiena e la mobilita ( non tutta ma va bhe ), ho sistemato il glutine, ho perso anni a riprendermi il peso. 

E gli racconto di tutto e della mail.

Smart Lifting

Ok, ti dico come la penso e non mi frega un cazzo se ti incazzi. dato che io sono come te ti scrivo quello che mi vorrei sentir dire.

Tu ti stai cacando addosso e vedi l’intervento non un pericolo per la tua vita, ma per il tuo corpo. Perché anche te sei problematico…..

Gestire, te come me, significa comprendere che queste immagini sono solo stronzate irrazionali.

Ok,hai avuto 2000 problemi. Sei sfortunato, chi dice di no? Ora, è semplice: puoi andare giù oppure lottare per mantenerti a galla. Non frega un cazzo a nessuno e sei solo, perciò scegli.

Tu adesso devi fare cosí : metti le cose in fila, e pensa solo a quella dopo, non a 100 dopo.

Primo passo. Operarsi e sopravvivere. Secondo passo. Dare un mese di tempo a quel cazzo di tessuto di riformarsi. Qui sarà dura, perché tu non starai bene. Ma i pesi creano pressione, e questo non è simpatico. Considera che comunque sono gli atri dove la pressione è molto meno elevata.

Dopo un mese fermo, deciderai. È il terzo passo. Ma devi pensare solo ai primi due.

Poi, ti dico cosa succederà. Ti vedrai grasso e secco, liscio e spento, brutto, curvo. E sarai sempre 94 kg.

Adesso sei nella piena fase del terrore irrazionale. Perché tu, come me, devi avere come obbiettivo di fare quello che fai fino a 90 anni, 4, 6 mesi non sono un cazzo ….

È solo la tua, la nostra, testaccia marcia che ci fa essere così. E sei fortunato. L’intervento OGGI è semplice.

Alexei Stratos

ma io lo so che quello che hai scritto è vero.

sono vigoressico? il problema è che ne vado orgoglioso…

Ho intenzione di farlo finche crepo, OVVIO..

Mi sto cacando di sopra vero. Ed ‘ vero pure vero che se fosse tipo in Futurama che si staccano pezzi e li riattaccano come se nulla fosse, e mi dicessero devo staccarti la gamba, ma domani ti puoi allenare, mi sentirei più tranquillo..

Sono malato di testa? probabilmente si… E’ che sono un cazzo di fissato col controllo, io avevo tre anni e dovevo guardare quando mi facevano la puntura perchè dovevo sapere che succedeva. Odio non sapere che succede, poi ho il rack davanti al letto, è come un ciccione in pasticceria col diabete… sarà crudele… Ecco perchè mi voglio programmare tutto prima… Sarà un Flop sto programma ma ho bisogno di prendermi per il culo da solo.

Smart Lifting

No sei come me ah ah ah identico

Nel frattempo avevo mandato la stessa mail di C. al  Dr. Remo Albiero, Responsabile Serv. Emodinamica e Cardiologia Interventistica dell’ Istituto Clinico San Rocco (ICSR). E’ il gestore del sito www.panvascular.com, cioè il sito dove ho letto la maggior parte delle informazioni utili. Non mi aspettavo risposta .Lui è un grande, non solo mi ha risposto, ma ben due volte in meno di 24h. Non è solo perché mi ha risposto, ma uno cosi per me è un vero medico, uno che capisce che il suo ruolo va oltre agli € e alla notorietà in tv.

Date un occhio QUI e QUI 

Caro Alessandro. 

Potra riprendere a fare attività fisica come prima dopo alcuni mesi dall’impianto del dispositivo occlusore (che possiamo per semplicità chiamare “ombrellino”), il quale si deve completamente ricoprire di endotelio (è la “pelle interna”) per diventare stabile nella posizione in cui viene messo. Se viene eseguita una intensa attività con forte aumento della frequenza cardiaca o sport di contatto (calcio, rugby ecc), il dispositivo non ancora ricoperto di endotelio, si può spostare minimamente nella sede di impianto, (per spiegarmi meglio, può avere un po’ di  “gioco”, cioè può scivolare avanti-dietro o sopra-sotto). Tutto ciò è normale, ma può determinare nel 5% dei pazienti, la comparsa di extrasistoli e raramente altri tipi di aritmie atriali. Per questo si consiglia di riprendere l’attività fisica di un certo impegno dopo alcuni mesi.

A quel punto ho tentato la fortuna e richiedo

Ovviamente non mi aspetto di spingere pesi come se nulla fosse il giorno dopo, non sono ne incosciente, ne pazzo, ma un tipo di attività al 60-50-40%  giusto per muoversi e non perdere tono muscolare, anche per scaricare la testa e lo stress, magari facendo attenzione a non prolungare troppo l’esercizio, tenendo la respirazione sotto controllo, evitando apnee da spinta, e tenendo i battiti tranquilli, si può fare dopo un mesetto circa? 

Risposta.

Dopo un mese dall’ impianto può sicuramente riprendere a svolgere un’attività fisica di grado moderato come mi descrive in quanto il dispositivo è abbastanza ben consolidato nella posizione in cui è stato rilasciato (con iniziale endotelizzazazione).

Non avrei mai copiato parti di email o di messaggi privati, anche perché soprattutto quelli di Paolo ( scusami se l’ho fatto ) sono per me preziosi. Ma ho aperto il sito perché, anni fa quando iniziai a fare pesi, escluso Santino, non mi aiutò nessuno, non c’erano informazioni, libri, nulla, e quindi il mio sito ( oggi si dice Blog ), è dedicato ai me di allora, ma al giorno d’oggi.

Penso che se quelle statistiche di Forame sono vere, li fuori deve essere pieno di gente che come me ha, ha avuto, o avrà il cacazzo, vivendo questa esperienza, e alcuni di loro saranno appassionati di ghisa, come me, come Paolo.

Ho digitato PFO e Bodybuilding in tutti i modi sui motori di ricerca ma non esce nulla.

Non tutti hanno la fortuna che ho io, non tutti magari penseranno di scrivere mail ai medici, non tutti leggeranno centinaia di pagine di ricerche, non tutti avranno vicino, anche se in modo virtuale, una persona bella come Paolone, e allora magari se in questo momento siete terrorizzati, e cercando info arrivando qui, magari stanotte potete chiudere occhio pure voi. O almeno mi piace crederlo.

Ora do un paio di informazioni aggiuntive utili a tutti ma sopratutto alle donne.

La bodybuilder professionista, Susan Johnson, ha una bella storia come tante nel nostro settore, da ragazza vede una professionista, si innamora della disciplina, ma ha resistenze in casa, finché giunge il momento adatto. Trova un Trainer, si allena e inizia a vincere, prende sicurezza in se, vince la timidezza. Ma, il 12 settembre del 2009, alla vigilia di una gara, Susan viene colpita da un ictus devastante, non poteva parlare, solo sbavare, e iniziava a perdere  il controllo del lato sinistro del corpo.

Susan, aveva un PFO, e stava prendendo pillole anticoncezionali. Tutte le donne dovrebbero essere  avvertite dei potenziali rischi di ictus quando vengono prescritte le pillole, anche se i benefici, soprattutto nelle donne che non fumano, sono ampiamente considerati superiori ai rischi.

I medici la rassicurarono che il bodybuilding non aveva contribuito al suo ictus e, di fatto, aveva probabilmente diminuito la sua gravità, così, in poche settimane e con l’approvazione suoi medici, Susan gradualmente ripreso la sua preparazione. 7 mesi più tardi era sul palco, dove ha ottenuto una ProCard.

Trovate QUI la sua storia.

Un altro dato che ho ricavato dalle letture riguarda chi fa uso di doping. Se è vero che gli steroidi ( sono oliosi )  vengono comunemente usati con estremo successo, nella cura anche di queste patologie, è anche vero che, nel caso in cui, durante la puntura, ci si dovesse pizzicare un vaso sanguigno, parte del prodotto olioso potrebbe finire nel circolo sanguigno. Normalmente, tranne che non si tratti di dosi eccessive ( si muore ), lo steroide finisce nel polmone, dove viene filtrato, a limite ci si ritrova con la cosi detta tossa da steroidi, una tosse secca, fastidiosa e un filino dolorosa. Nei casi di PFO l’olio potrebbe saltare del tutto questo passaggio generando discrete possibilità di causare ischemie e ictus immediati. Considerando l’elevatissimo numero di chi usa il doping anche a livello ricreativo,  e considerando le statistiche di PFO, l’eventualità che accada l’incidente sono elevatissime. Aprite gli occhi.

Dopo l’intervento, viene rilasciato un tesserino che è obbligatorio portare sempre con se. Il Device è in Titanio, e potrebbero scattare i Metal Detector negli aeroporti, ( al padre di una ragazza che conosco è successo in Spagna), bisogna fare molta attenzione quando di fanno le Risonanze Magnetiche, bisogna utilizzare un modello particolare di macchinario, e sempre sul libretto c’e indicata la data di impianto, il medico, il luogo, e il codice del prodotto. E’ consigliabile fare prima i test per le intolleranze al Nichel.

PFO_PatientGuide_IT

Allo stato attuale, mentre scrivo tutto quest, sono attesa di essere chiamato per l’intervento, sono passati due mesi, non ho idea di cosa succederà, sono ancora spaventato. Non lo so perché, ma quando mi hanno operato alla schiena ero tranquillissimo, eppure rischiavo grosso. Credo che il motivo sia dovuto al fatto che la schiena mi ha dannato tanti anni, fino al punto di desiderare la sedia a rotelle per non avere più dolori, e l’intervento fu un out out, se non mi operavo restavo sulla sedia, se mi operavo e andava male idem, mentre adesso è successo tutto in 20 giorni.

La mia coscienza mi dice che andrà bene, il mio cuore, vede solo i lati negativi, c’e un 1% di possibilità di morire e un 5% che il device si impianti male e crea aritmie. Nella mia testa sono il 100% di probabilità di lasciarci le penne in più di quelle che ho adesso mentre scrivo, e il 100% in più di avere casini al cuore ( che mi impedirebbero sul serio di allenarmi ) rispetto a ora, in cui tra le altre cose è sanissimo e forte.

Lo farò proprio perché ho il terrore di dover ricominciare tutto da zero ma questa volta per un danno celebrale.

Scrivo anche per esorcizzare tutto questo, non lo so se pubblicherò l’articolo prima o dopo l’intervento, intanto l’ho scritto. In ogni caso vi racconterò pure quello che sarà dopo. E’ evidente come l’impatto psicologico, (contrariamente alla schiena), in questo caso sia molto più devastante dell’intervento in se. Per ora spero solo che l’ Heartbreaker protegga e difenda pure me.

Nel frattempo, ho studiato il mio piano, d’allenamento e di alimentazione per limitare i danni nel periodo da fermo.

Magari alcuni si saranno chiesti: Ma quando sei stato male la prima volta, da piccolo, come hanno fatto a non capirlo? Secondo la neurologa che mi ha seguito è perchè non si sapeva ancora. Guardate che  differenze colossali nel video del 2009 e in quello di Cassano, e pensate a 15 anni fa, a Messina.

Video PFO Cassano


Forame ovale pervio di vfirefox

 

L’articolo originale finiva così. Più leggevo meno mi convinceva, come vedete nell’articolo tutti gli operati di PFO avevano già avuto attacchi conclamati, io no. Dato che nessuno ancora chiamava dall’ospedale e non si riuscivano ad avere aggiornamenti, chiamo il Centro Cuore della clinica Morgagni di Pedara, un eccellenza Siciliana in problemi cardiaci. Siamo al 28 Marzo, e mi fissano l’appuntamento il 7 Aprile.

Arrivati li eravamo sei, due collaboratori, il Professore ( è proprio specializzato in PFO ), io e i miei.  Lui controlla le carte e si preoccupa immediatamente di alcuni esami al fegato che sotto natale erano impazziti e poi ampiamente rientrati, e mi inizia a dire molte cose, ha parlato per una buona mezzora. Avendo capito che tipo ero mi ha citato studi, trial, casistiche, biologia e tutto, qui ve la faccio breve. Quando gli ho raccontato che l’altro chirurgo mi aveva detto ” meno domande fai  è meglio è ” ha dovuto trattenere le risate.

  • Di base i pesi non avrebbero inficiato la situazione neanche in caso di intervento urgente, quindi l’informazione “non fare pesi perché crei microbolle” è errata. Si è proprio messo a ridere, aggiungendo che potrei pure fare l’agonista.
  • Mi ha spiegato che il referto parla di vena aspecifica, quindi il radiologo non è riuscito a determinarne la natura, e subito dopo ha scritto “gliosi” che è un loro termine medico per indicare che non c’e nulla.
  • La recidiva in caso di ictus con intervento o medicinali, in Europa è quasi identica, e in ogni caso l’intervento non esclude del tutto l’uso del farmaco.
  • Il mio cuore è sanissimo, quindi mi è stato prospettato un intervento preventivo, come a dire che per sistemare la macchina che non parte provi ad aggiustare lo scooter. Il problema è in testa non al cuore. Senza considerare che c’e il rischio di alterare degli equilibri fisici che per ora sono stabili.
  • Ci sono dubbi sulla reale efficacia dell’intervento in chi ha già avuto ictus, ischemie, o cefalee ad aura, figuriamoci in chi, come me, non ha avuto nulla.
  • Che la neurologa di ora, dica che 15 anni prima, io abbia avuto un attacco, è un suo azzardo, anche perché all’epoca nonostante i controlli in un centro specifico per neurolesi non trovarono nulla.
  • In ogni caso non ci si opera a voce, e nessuno nel mio caso si è preso la responsabilità di scrivere nero su bianco e con una firma, perché e per come, secondo lui/lei, io necessito di un intervento. Mi hanno detto tutto a voce, e non si fà così.
  • Ha anche aggiunto che dato che in sala si era in 6, oltre me, li un altro di noi doveva avere il PFO, e non aveva problemi, io stesso ci vivo da sempre e mi sono sempre allenato. A detta sua se non mi fossi fatto il controllo, adesso non starei vivendo da malato, preoccupandomi di fare un operazione  su un cuore sano, rischiando di farlo ammalare, per provare a prevenire, con una metodica scientificamente non certa, ( dato che è presuntiva ), un probabile e non certo malessere futuro al cervello.
  • Mi ha anche consigliato di andare da un altro neurologo, portare tutto, e raccontare la visita. Se poi lo specialista, in piena facoltà e sicurezza clinica, si prende la responsabilità di mettere tutto per iscritto ( se è sicuro perché non dovrebbe?) , lui prende in esame la cosa. Ma in quel momento da cardiologo, e da esperto ( opera pure i feti ), non ritiene che io necessiti di nulla, se non di un controllo da chi è specifico in materia neurologica.
  • Mi ha citato alcuni trial, in cui i pazienti con mal di testa venivano, o operati, o trattati con farmaco, e negli operati i mal di testa restavano. Ha citato altri trial, in cui in via preventiva sono stati chiusi i forami, ma alla fine le incidenze di ictus, erano molto simili.
  • Ha aggiunto che nessuno può sapere cosa accadrà in futuro, sia da operato, che meno, ma che secondo lui, rischiare di diventare appositamente un malato, facendo un operazione non necessaria, con studi scientifici non certi e dove nessuno specialista ci ha messo la faccia, mettendo nero su bianco, è molto da valutare.

Di base senza che io gli dicessi cosa avevo letto ha confermato tutto quello che ho scritto in questo articolo, dove chi è operato ha già avuto un attacco, ma nessuna, mia, ricerca parlava di operazioni preventive.

Allo stato attuale quindi che io non debba fare nulla. Ovviamente andrò da un neurologo e vedremo cosa dice per ora è quanto.

Se da un lato sono sereno e sono molto contento perché finalmente ho trovato un equipe  medica, che mi ha dedicato molto tempo rispondendo a tutto,e darmi tutte le informazioni ( poverino solo i disegnini non ha fatto ), da un altro resto perplesso, come credo lo sarebbero tutti passando da

Non hai nulla

Apriti il cuore

Non hai nulla

Credo che non finirà qui, quando una cosa è certa, se mai dovesse essere, non  è una cosa urgente.

Intanto grazie a un altro utente di facebook Nicolas Lovato, mi ero rincuorato, lui è un abile studente in medicina, e mi si è proposto di farmi la gentilezza di far vedere i referti ai suoi docenti, un cardiologo e un neurologo. Ovviamente hanno premesso che non avendomi mai visto non potevano essere sicuri, ma stando alle carte confermavano che era tutto ok così mi era stato detto al centro.

27 Aprile ricevo una chiamata dall’ospedale dove sono in lista di operazione, è il cardiologo, che mi dice ” mi è stato segnato il suo nome per valutare l’opportunità di chiusura di un PFO ” e io a dirgli che sono in lista da mesi ma che intanto ero andato a chiedere altrove e non ero più sicuro della cosa. Lui molto cortese e con tono amichevole mi fissa una visita.

Praticamente senza sapere cosa mi avevano detto alla clinica di Pedara, mi ripete le stesse cose, cioè:

  • Non esiste nessuno studio al mondo che dica il bodybuilding come contro indicato (motivo per cui nelle ricerche non trovavo nulla), ma che a limite dato quando si allena l’addome si crea la manovra di Valsava, è bene non esagerare col carico.
  • Che non era indicato l’uso di cardioaspirina
  • Che il mio cuore è sano e che se si dovessero chiudere tutti i PFO non farebbe altro, dato che lo hanno tutte quelle persone. Ha anzi descritto il forame come una caratteristica fisica, c’e chi è biondo, chi bruno, chi ha il forame e chi no.
  • Si è molto arrabbiato con i medici, dicendo che si limitano a fare i chirurghi, vedono una cosa e ci mettono mani facendo terrorizzare la gente. Mi ha raccontato che circa l’80% dei casi che analizza non vanno operati e sono tutti spaventati a morte come me e si scusava per i suoi colleghi.
  • Ha esaminato tutte le vecchie carte notando che nessuno ha mai scritto la parola “ischemia” e quindi, anche secondo lui, che un altro medico a 15 anni di distanza, mi dicesse una cosa simile era ridicolo. A detta sua quello che mi capitò da ragazzino poteva essere un potente attacco di mal di testa, non è poi così raro, e in ogni caso con un ictus spesso si cade per terra e non si torna a casa da scuola a piedi camminando mezzora come se nulla fosse.
  • Anche lui ha ribadito che nessuno degli altri medici si è azzardato a scrivermi nulla, salvandosi di fatto la pelle e lasciando tutto il rischio a me.
  • Non andava fatto neanche il trans-esofageo dato che serve solo a prendere le misure per la chiusura, ma nessuno aveva il diritto di dire che dovevo chiuderlo.
  • E in ultimo ( tra le cose più importanti che mi ha detto ) mi ha spiegato la gliosi. In sostanza “millimetrico focolare ischemico aspecifico”, vuol dire che nella vena c’e un piccolo restringimento, dovuto alla gliosi, che sta per White Matter, materia bianca, cioè il colore del pallino che appare nell’esame. La gliosi è un normalissimo evento infiammatorio di riparazione, l’80% di chi, come me, soffre di mal di testa ricorrenti, ha un referto simile, probabilmente o ero infiammato per il fegato, o poco tempo prima avevo avuto un mal di testa. Lo stesso esame distanziato di 2-3 settimane non avrebbe evidenziato nulla. Quindi non sono mai stato a rischio di ictus. E i medici che mi hanno visionato lo avrebbero dovuto capire subito.

Finisce così questo calvario, ne esco fisicamente distrutto, perché ho perso 7 chili, economicamente a terra, perché tranne per l’ultimo medico era tutto a pagamento, con un bagaglio culturale che probabilmente non avrei voluto avere, con un danno economico, perché ho perso una probabile opportunità lavorativa, con i miei genitori stressati a morte, e con la consapevolezza che se le tempistiche fossero state differenti oggi avrei una protesi al cuore inutile.

 

Ora ho solo voglia di tornare a fare quello che amo, ficcarmi sotto un bilanciere e macinarmi tutto come se non ci fosse un domani 😀

Ho deciso di pubblicare l’articolo oggi, 10 Maggio, perché la festa della mamma.

La mia, anche se spesso mi fa uscire pazzo, anche se la tratto male, è la vera ancora della mia vita, il mio caposaldo, la cuccia dove ho sempre saputo di poter tornare senza dover dare spiegazioni.
Poverina non si merita i miei nervosi, ne di assolvere sempre allo sgradevole ruolo di parabordo.

A lei che mi sopporta da sempre, a lei che anche col terrore di trovarmi morto dopo ogni workout stava zitta e mi lasciava in pace, a lei che mi ha sempre coperto il culo, giustificato in tutto, preparato i pasti stando dietro alle mie diete e ai miei integratori, e molto molto altro, un Grazie infinito.

 

Ecco un po di letteratura ( quello che non ho già linkato)

Patent Foramen Ovale

(dalla scoperta nel 500, alle tecniche di chiusura) 

Atrial Heart Septal Defects—Advances in Research and Treatment: 2012 …

( uno studio su vari tipi di paziente e i vari effetti della chiusura)

Fatal cerebral fat embolism associated with a patent foramen ovale

 ( il caso di un uomo di 30 anni in buona salute che ha sviluppato insufficienza respiratoria e morte cerebrale entro 48 ore da una  frattura alle  tibie. L ‘autopsia ha mostrato un embolia nel polmone e nel cervello , e  un ampio forame ovale.)